La Morte Di Kurt Cobain

Curt Kobain
Curt Kobain

Onestamente non ero sicuro di voler inserire la storia della morte di Kurt Cobain nella sezione “l’angolo del mistero”, ma in fin dei conti, se non la sua morte, il come è morto, tutt’ora non è molto chiaro…

Il 5 aprile del 1994 Kurt Cobain si toglie la vita con un colpo di fucile, tre giorni dopo, l’8 aprile, verso le 9 di mattina, un elettricista che stava istallando un sistema antifurto nella casa di Cobain, trova il corpo del cantante, senza vita, con un fucile calibro 20 poggiato sul petto.

Cobain era scomparso da 6 giorni, nessuno aveva sue notizie nonostante la polizia, un’agenzia privata d’investigazione e vari amici lo stessero cercando, secondo il rapporto del medico legale il corpo di Cobain si trovava lì da due giorni e mezzo. Nel sangue vennero rinvenute un’alta concentrazione di eroina e tracce di Valium. Il cadavere venne identificato soltanto grazie all’impronti digitali.

Gli amici, la famiglia e i colleghi di Cobain erano preoccupati per la sua depressione e per il suo consumo di droga che andava avanti da anni.

Tempo prima, a Roma, in marzo aveva tentato il suicidio.

Gli amici di Cobain affermano che in quel periodo ci fu un aumento dei litigi familiari, che costrinsero a volte la moglie, Courtney Love, a trascorrere la notte fuori casa per sfuggire al comportamento imprevedibile di Kurt.

Anche il suo rapporto con i Nirvana era in crisi. Infatti la moglie raccontò a MTV che nelle settimane successive all’episodio di Roma Cobain le aveva confidato: “E’ una cosa che non sopporto ma non riesco più a suonare con loro”. Aveva aggiunto che voleva lavorare soltanto con Michael Stipe dei R.E.M.
Ho parlato molto con Kurt durante le ultime settimane” disse Stipe in una dichiarazione ufficiale. “Avevamo in cantiere un progetto musicale ma non avevamo ancora registrato nulla.”
Il 18 marzo un litigio familiare degenerò quasi in una tragedia. All’arrivo degli agenti di polizia, chiamati da Love, lei disse che suo marito si era chiuso in una stanza con un revolver calibro 38 e aveva detto di volersi uccidere. Gli agenti confiscarono l’arma e anche un flacone di pillole ‘assortite’ e non meglio identificate, che il cantante aveva con sé. Love disse agli agenti dove Cobain teneva nascosta una Beretta 380, una Taurus calibro 38, un fucile semiautomatico e 25 scatole di munizioni; tutto il materiale venne requisito. Quella notte però Kurt disse agli agenti di non aver avuto realmente intenzione di togliersi la vita: il rapporto della polizia descrive l’incidente come una “situazione incerta, con sospetto di suicidio”. Nessuno venne arrestato e in seguito Cobain “lasciò l’alloggio”.

Kurt Cobain
Kurt Cobain

I familiari, i colleghi dei Nirvana e l’agenzia organizzativa del gruppo avevano iniziato a rivolgersi a degli specialisti per curare i crescenti problemi psicologici e la dipendenza da eroina di Cobain.

Un giorno una decina di amici – tra cui il manager dei Nirvana John Silva, l’amico di vecchia data Dylan Carlson, Courtney, Goldberg e la manager delle Hole Janet Billing – si diede appuntamento in casa Cobain per tentare un’approccio differente con un nuovo specialista. Courtney minacciò Kurt di lasciarlo, mentre Smear e Novoselic dissero che avrebbero sciolto il gruppo se lui non avesse accettato un periodo di disintossicazione. Al termine di una seduta di cinque ore, Kurt ammise di essersi lasciato andare, e acconsentì a iniziare un programma di disintossicazione a Los Angeles quello stesso giorno.

Passarono alcuni giorni, in cui Cobain continò con la vita dissoluta di sempre, fino a quando non cconsentì ad andare a Los Angeles per la disintossicazione.

Prima di partire, però, si fermò da Carlson, suo amico e testimone di nozze al suo matrimonio, in cerca di un’arma: Carlson afferma che Cobain gli disse che c’erano stati dei ladri a casa sua.

Malgrado a Seattle non siano necessari un porto d’armi o un periodo di tempo per l’autorizzazione a usare armi da fuoco, Carlson pensò che Kurt non volesse comprare personalmente un’arma perché temeva che la polizia – dopo l’episodio di lite familiare avvenuto solo dieci giorni prima – gliel’avrebbe requisita.
Cobain e Carlson andarono in un negozio di armi e acquistarono una Remington modello 11 calibro 20 a sei colpi e una scatola di munizioni.

Cobain portò il fucile a casa e lo mise in un armadietto.

Finalmente partì per Los Angeles, e trascorse due giorni nella stessa clinica dove era già stato nel ’92 (senza però finire il ciclo di disintossicazione).

Parlò con diversi psicologi, nessuno dei quali ritenne che avesse tendenze suicide.

Peccato che dopo alcuni giorni di cura, che sembravano dare ottimi risultati, Kurt decise di scappare dalla clinica e tornarsene a Seattle.

Informata dell’accaduto, la moglie fece bloccare le carte di credito di Kurt ed ingaggiò un investigatore privato per trovarlo e un altro che sorvegliava la casa della spacciatrice di suo marito (della quale era, inoltre, molto gelosa!).

Pare che Cobain abbia trascorso un po’ di tempo con alcuni amici tossici, facendosi così tanto da essere allontanato dagli altri che temevano il rischio di un’overdose. Si pensa inoltre che Cobain si sia recato nella sua seconda casa di Carnation, dove è stato trovato un sacco a pelo. Accanto c’era l’immagine di un sole tracciato con inchiostro nero, con sopra le parole “Fatti forza” e un posacenere pieno di mozziconi di sigaretta: una marca era quella di Cobain, l’altra no.

Domenica 3 aprile Kurt tentò di ritirare diverse somme di denaro con la sua carta di credito, ma visto che la carta era bloccata, non ci riuscì. Nemmeno la sua banca sapeva dove si trvasse, perché una volta bloccata la carta, si poteva sapere solo l’entità della somma che si voleva prelevare, ma non il luogo da dove si tentava di fare l’operazione.

Casa di Cobain, particolare della camera sopra il garage
Casa di Cobain, particolare della camera sopra il garage

Nel pomeriggio del cinque aprile, Cobain si chiuse nella stanza situata sopra il garage di casa sua, incastrando uno sgabello contro la portafinestra.

Lettera di addio di Kurt Cobain
Lettera di "addio" di Kurt Cobain

Scrisse un messaggio di una pagina con inchiostro rosso. Indirizzando il messaggio a “Boddah”, il nome che aveva dato al suo immaginario amico d’infanzia, Kurt parlò del grande buco vuoto che sentiva aprirsi dentro di se. Implorò la moglie di andare avanti ber il bene della loro bambina.
“E’ da troppi anni ormai che non provo più entusiasmo nell’ascoltare e nel creare musica, e neanche nello scrivere” scrisse Cobain, aggiungendo che “prima di salire sul palco, quando le luci si spengono e si alza il ruggito feroce del pubblico, tutto ciò non ha su di me lo stesso effetto che aveva su Freddie Mercuri… Devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose soltanto quando non ci sono più. Sono troppo sensibile. Ho bisogno di sballarmi un pò per recuperare l’entusiasmo di quando ero bambino”.
Trafisse il foglio con la penna, la infilzò sul pannello di sughero degli appunti e poi pare che abbia gettato il suo portafogli sul pavimento, lasciandolo aperto sulla patente di guida. Gli amici sono convinti che abbia fatto questo per aiutare la polizia a identificarlo.

Kurt avvicinò una sedia alla finestra, si sedette, prese ancora un pò di droga (molto probabilmente eroina), appoggiò alla testa la canna dell’arma calibro 20 e – probabilmente usando il pollice – premette il grilleto.
Sebbene il patologo della contea abbia determinato che Cobain morì nel pomeriggio del 5 aprile, qualcuno cercò di fare addebitare 1 716 dollari e 56 centesimi sulla sua carta di credito la mattina seguente. Il tentativo venne fatto via telefono o di persona ma senza carta. Il rapporto della polizia indica inoltre che due persone raccontarono che la spacciatrice di Capitol Hill aveva sostenuto che Cobain si era recato nel suo appartamento la sera del 5 aprile. La donna nega la circostanza.
Carlson e l’ex sceriffo Grant avevano perquisito la casa di Cobain a Madrona un paio di volte ma non avevano controllato la stanza sopra il garage. (In seguito Carlson affermò di non essere a conoscenza dell’esistenza di quel locale.)

La polizia dice di non essere mai entrata in casa prima della scoperta del cadavere e di aver solo chiesto a coloro che stavano lavorando fuori dall’abitazione se avessero visto Cobain.
In un altro luogo, la mattina del 7 aprile, una telefonata di emergenza giunse al numero 911 denunciando una “possibile vittima di overdose” al Peninsula Hotel di Los Angeles. Polizia, pompieri e ambulanze giunsero sul posto dove trovarono Love e il chitarrista delle Hole, Eric Erlandson. Courtney venne condotta al Century City Hospital, dove giunse intorno alle 9,30. Venne dimessa due ore e mezza dopo. Il tenente Joe Lombardi del Dipartimento di Polizia di Beverky Hills dice che la donna venne arrestata immediatamente dopo essere uscita dall’ospedale e “accusata di possesso di sostanza illegale, possesso di strumenti per il consumo di droga, possesso di una siringa ipodermica e possesso di beni rubati”.
L’avvocato penalista Barry Tarlow, legale di Love, afferma, contrariamente ai rapporti ufficiali, che la donna “non si trovava sotto l’effetto di eroina” e “non era stata vittima di un’overdose”. Sostiene che “aveva avuto una reazione allergica” al tranquillante Xanax. Tatlow riferisce che il “bene rubato” fosse un ricettario che “il suo medico.. le aveva lasciato quando si era recato a visitarla.. Non vi era nessuna prescrizione scritta sopra quel foglio”. E la sostanza proibita? “Non si trattava di droga” dice Tarlow. “Era un incenso augurale hindu che ella aveva ricevuto dal suo avvocato, Rosemary Carroll.”
Love venne rilasciata intorno alle 15,00 dopo aver pagato una cauzione di 10 000 dollari (tutte le accuse contro di lei vennero in seguito lasciate cadere). Courtney entrò immediatamente allo Exodus Recovery Center, la stessa struttura di riabilitazione dalla quale suo marito era fuggito una settimana prima.
Il giorno seguente, l’8 aprile, uscì dal centro non appena venne a conoscenza del ritrovamento di suo marito.

Ma come sono andate veramente le cose?

È stato veramente un suicidio??

La morte di Cobain fa ancora discutere dieci anni dopo.

Foto del corpo senza vita di Cobain
Foto del corpo senza vita di Cobain

Il corpo fu trovato disteso per terra, l’arma sul petto, dall’autopsia si scopre che Cobain aveva in corpo una tale dose di eroina in grado da sola a stroncarlo.

Il biglietto di addio che aveva scritto fece il giro del mondo in pochi attimi. Grazie alla potenza di Internet.

Ma sentiamo cosa dicono nello speciale di Voyager sulla morte di Cobain (purtroppo l’audio è fuori sincrono, mi spiace…)

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=y1_W3ukvbaE[/youtube] [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=GVbnhN9cu2o&feature=related[/youtube]

A parte che la Joplin si chiamava Janis e non Janet, e non era JiMMY, ma Jimi Hendrix, che non è morto di overdose, ma soffocato nel suo vomito dopo aver ingerito un mix di pastiglie e alcol… diciamo che non è male…

Ora tiriamo un pò le somme:

Litiga con la moglie e chiama il suo avvocato per farla togliere dal testamento, però prima di firmare i documenti si toglie la vita…

La moglie offre 50000 dollari ad un tizio, un cantante di Seattle chiamato”El Duce”, per far uccidere Cobain, questo si rifiuta, rilascia un’intervista dove dichiara tutto e… dopo due giorni muore investito…da un treno…

Scrive una lettera di addio alla musica, poi, con un’altra scrittura scrive le ultime quattro righe salutando la moglie e la figlia…

Si inietta in corpo il triplo della dose di eroina sufficiente ad uccidere un uomo…

Dopo essersela iniettata, anziché morire all’istante riesce a togliersi la siringa, buttarla in un cestino, pulire il tavolo, prendere il fucile e spararsi…

Per spararsi sotto il mento avrebbe dovuto premere il grilletto con l’alluce, quindi si spara e poi riesce a mettersi le scarpe prima di morire… … ma non prima di pulire l’arma dalle sue impronte… (La polizia che ha indagato sul caso ha dichiarato che non c’erano impronte leggibili, cioè chiare, sull’arma)

Il giorno dopo essere morto cerca di prelevare con la sua carta di credito…

Altre 2 cosine veloci, la bassista del gruppo di Courtney muore di overdose con la macchina caricata di bagagli, poco dopo aver annunciato a Courtney di lasciare il suo gruppo e dopo mesi che aveva smesso con l’eroina, un poliziotto segnalato come “persona informata” viene ucciso da due ragazzini senza un motivo apparente.

“Non ho ancora visto un caso – racconta Grant, il detective – dove con un livello di droga così alto nel sangue, che causerebbe l’incapacità istantanea, la vittima decida di spararsi. Non è strano?”. Grant ha messo in vendita su Internet le sue memorie sul caso. Sono 150 pagine piene di nomi, fatti, rapporti della polizia.

E intanto la povera moglie è costretta a vivere con i diritti di Cobain sui Nirvana… povera…

In una dichiarazione, Grant dice: “dopo mesi di intensa attività investigativa sono arrivato alla conclusione che Courtney Love e Michael Dewitt (assunto come baby sitter e residente nel cottage dei Cobain, era stato un ex ragazzo della Love e ne sarebbe stato ancora geloso) sono coinvolti in una cospirazione che ha portato alla morte di Cobain”. E in un’intervista al sito Nirvana club rincara la dose: “Ero stato assunto per localizzare Kurt, ma una volta che fu ucciso venni usato e manipolato da Courtney che continuò a perfezionare il suo schema per la scalata al successo”

Chissa…

La realtà è che ci resta solo la musica…

Un mio omaggio a Cobain e a tutti gli amanti dei nirvana, questa è una stupenda reinterpretazione di “the man who sold the world”, canzone del 1971 del grandissimo David Bowie rifatta dai nirvana in unplugged… bellissima…

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=209ArurxVG4&feature=PlayList&p=44DCD7AD3E7DC94F&index=0[/youtube]

14 pensieri su “La Morte Di Kurt Cobain”

  1. Troppi elementi non coincidono per poter essere un suicidio, almeno questo è il mio pensiero!!!!!
    hai proprio ragione tony ci rimane solo la musica dei nirvana!!!!!!!

  2. tra l’altro ho fatto ancora un pò di ricerche, ho trovato addirittura un’intervista del padre della Love che dice di essere convinto che sia stata la figlia ad ucciderlo e che dovrebbe fare la prova della macchina della verità, ma lei non vuole, naturalmente…. addirittura il padre… :sad: :sad: :sad:

  3. Cmq qui cè un ragazzo ke è uguale identico a lui….Io lo amooooooooooooooooooooooo!!!!!! si kiama francesco…..

  4. Dopo tutto questo , non capisco come alcune persone sostengono che sia per forza suicidio… Secondo me è come negare l’evidenza , d’altronde lascio il beneficio del dubbio visto che , non abbiamo la prova personale che tutto questo è attendibile , anche se molto probabilmente lo è.Il mio parere è che la moglie ha in qualche modo complottato il suo omicidio fatto passare poi per suicidio , e che abbia tolto tutte le prove possibili per non essere incolpata , e penso che in molte altre vicende come questa , la verità e stata infangata 😕 …

  5. 😯 …….bah…..è scorcertante come qla gradissima “s****a” sia riuscita a passare x una santarella agli occhi della polizia,e mi fa rabbia pensare ke nn pagherà mai x qlo ke ha fatto. IN QUESTO MONDO NN C’E’ PIU GIUSTIZIA.

  6. Ma porco cane, io mi sn impegnato nella vicenda, anke molto e piu ci rifletto piu penso che qualcuno debba riaprire il caso D:

  7. Pingback: downloads
  8. Pingback: Snappoint8

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *