Provaci ancora Sam…

Frasi tratte dal film “Provaci ancora Sam” di Woody Allen”

Non ci vuole molto a capire che i problemi privati di tre persone qualunque, non importano un accidente a nessuno in questo pazzo mondo. (Bogart)

Ma chi vogliono prendere in giro? Io non sono fatto così, non lo sono mai stato e non lo sarò mai, questa è roba da film. (Sam)

Dio che depressione, forse è meglio se prendo un altro paio di aspirine, solo che così sono..due..quattro..sei Aspirine, sto diventando Aspirinomane, qua finisce che me le sbriciolo dentro un pezzo di giornale e me le fumo. (Sam)

Oh, no, non me la prendo mica a male. Io mi suicido e buonanotte! Se solo sapessi dove sarà andato in vacanza, il mio analista? Ma dov’è che se ne vanno, tutti quanti, d’agosto? Ogni estate c’è l’esodo degli analisti. E la gente rimasta in città impazzisce, fino ai primi di settembre. Ma poi? Anche se lo rintracciassi? Quel che gli dico gli dico, lui mi dice che è un problema sessuale. Ma che cavolata! Come può trattarsi di un problema sessuale? Non facevamo più neanche l’amore. Beh, una volta ogni tanto. Ma lei però guardava la tivù, durante il coito… e badava a cambiare canale, col telecomando. (Sam)

Non sopporto il matrimonio, non ti trovo divertente, mi sento soffocata da te, non ci sono punti di contatto e non mi piaci fisicamente. Oh dai Sam, adesso non ne fare un fatto personale… (Nancy)

Era meglio se mi vedeva prima. Non mi va di andare ad un appuntamento con un ragazza che mi vede per la prima volta, se rimane delusa e si mette a ridere o a strillare?! Una volta una studentessa del Brooklyn College si affacciò alla porta, mi vide e svenne… ma era debole per la dieta dimagrante. (Sam)

Se sono belle sono pure matte, la troppa bellezza fa impazzire una donna. (Sam)

Ma che ci vengo a fare in spiaggia? Io odio il mare, non mi piace nuotare, non mi piace il sole, ho i capelli rossi, la pelle chiara, invece di abbronzarmi mi ustiono. (Sam)

Il timore della separazione. È un interessante fenomeno psicologico. Una volta, da sposato, dovetti partire per Washington. E benché fossi io che partivo, mi sentii male. Invece, quando tornai diede di stomaco mia moglie. (Sam)
Sono abbastanza basso e brutto per avere successo per conto mio. (Sam)

Provaci ancora, Sam! (Bogart)

Nancy: Addio Sam, il mio avvocato chiamerà il tuo!
Sam: Io non ho avvocati, fagli chiamare il mio dottore.

Nancy: Io voglio vivere, io voglio partecipare. E poi non ridiamo mai insieme.
Sam: Ma come fai a dirlo? Io non so tu ma io rido continuamente. Io ridacchio, sorrido, sghignazzo anche qualche volta.

Bogart: Le donne sono creature semplici: io non ho mai incontrata una che non capisse il significato di una bella sberla sul grugno o di pallottola calibro 45.
Sam: Perché tu sei Bogart! Io non potrei mai picchiare Nancy, non c’è quel tipo di rapporto.
Bogart: Rapporto? Dove l’hai imparata quella parola, da uno psicanalista di Park Avenue?

Dick: Cerca di vedere il lato positivo: tu sei libero, incontrerai delle ragazze, andrai alle feste, avrai delle avventure con donne sposate, e relazioni sessuali con ragazze di ogni credo, razza e colore.
Sam: Nooo, uno si stanca di queste cose.

Linda: Potrei avere un’aspirina? Mi sta venendo un po’ di mal di testa.
Sam: Le aspirine le ho finite. Vuoi un Darvon?
Linda: Sì, va bene. Anzi, una volta il mio analista me l’ha consigliato contro l’emicrania.
Sam: Anch’io soffrivo di emicranie, ma il mio analista mi ha guarito. Adesso, mi vengono tremendi raffreddori.
Linda: Io ne soffro ancora. Emicranie pazzesche, da tensione nervosa.
Sam: Io non credo che l’analisi possa aiutarmi. Mi ci vorrebbe una lobotomia.
Linda: Quando il mio analista va in vacanza, mi sento paralizzata.
Dick: Vi dovreste sposare, voi due, e traslocare in un ospedale.
Sam: Ci vuoi acqua minerale, con il Darvon?
Linda: Se non hai succo di mele…
Sam: Oh, succo di mele e Darvon sono fantastici insieme.
Linda: Hai mai preso il Librium con succo di pomodoro?
Sam: Personalmente, no. Ma un mio amico nevrotico m’ha detto che sono la fine del mondo.

Dick: Non è che sia molto brillante, Sam.
Sam: Che cosa fa?
Linda: Lavora per un astrologo.
Sam: Oh, lasciala stare.
Dick: E perché Sam? Quella è capace che te la porti a letto!
Sam: Con la mia sfortuna non riuscirò a portarmela neanche su una sedia!

Sam: È uno dei migliori Pollock, non trova?
Ragazza al Museo: Sì, infatti.
Sam: A lei che cosa le dice?
Ragazza al Museo: Secondo me riafferma la negatività dell’universo, la terribile vacuità solitaria dell’esistenza, il nulla assoluto, la condizione dell’uomo costretto a vivere in una deserta eternità senza Dio come una piccola fiammella tremolante in un immenso involucro vuoto con null’altro che paura, orrore, schifo e degradazione che formano una squallida ed inutile camicia di forza sospesa in cieco ed assurdo cosmo.
Sam: Che fa sabato sera?
Ragazza al Museo: Occupata, devo suicidarmi.
Sam: Allora facciamo Venerdì Sera?

Sam: Le interessa la danza signorina?
Ragazza in Discoteca: Sparisci sgorbio!
Linda: Che cosa ha detto?
Sam: Che è un po’ stanca.

Sam: C’erano dei tipi che davano fastidio a Julie e gli ho dovuto dare una lezione.
Linda: Sei tutto intero?
Sam: Sì sto benone. A uno gli ho dato una botta col mento sul pugno e a quell’altro una nasata sul ginocchio…

Sam: Sai chi non era insicuro? Bogart!
Linda: Ma Sam, quella è finzione, tu tendi a una meta troppo alta nella vita!
Sam: Ma se cerchi un modello da seguire, chi ti scegli, il portiere? Bogart è il modello perfetto!

Linda: Hai niente per un attacco d’ansia? Ho bisogno di un tranquillante…
Sam: Ce li ho tutti, io sono una farmacia… che cos’è che non va?
Linda: Ho una specie di crampo alla bocca dello stomaco.
Sam: Sì? E come fai a sapere che è ansia? Chi ti dice che non è paura?
Linda: Lo stomaco mi va su e giù…
Sam: Senti che ti manca il respiro?
Linda: Sì, anche… ho il terrore di qualcosa, e non so di che cosa.
Sam: Ah, ho capito.
Linda: Allora che cos’è, paura o ansia?
Sam: Panico sessuale.
Linda: Mi succede sempre quando Dick parte per un viaggio d’affari.
Sam: È partito?
Linda: Sì. È andato a Cleveland in aereo per un giorno. L’ho aiutato a prepararsi, l’ho accompagnato all’aeroporto, e ho vomitato al terminal della United Airlines.
Sam: Sì, è un bel terminal. Ci ho vomitato anch’io.
Linda: Non riesco proprio a capire cos’è che mi sconvolge in questo modo.
Sam: È la paura della separazione, è un fenomeno interessante. Una volta andai a Washington quand’ero sposato, ero io che partivo eppure stetti male. Al mio ritorno mia moglie vomitò.

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