Corso di fotografia – Programmi

Canon_60DBenvenuti alla seconda parte del mio strano corso di fotografia!

Vediamo di fare 2 chiacchere sui programmi che si trovano sulla macchina fotografica.
Tutte le reflex entry level hanno un programma completamente automatico, che io chiamo con amore il programma “faccio fare tutto alla macchina, tanto valeva che mi compravo una compatta, così non dovevo cambiare obiettivi, non dovevo portare in giro 20 chili di attrezzatura, e i soldi risparmiati li spendevo in azioni apple, così adesso ero ricco, certo, con una reflex sembro il dio della fotografia e attiro vagonate di donne in attesa solo di uno scatto… ecc…”, per comodità, ribattezzato il “programma del fancazzista!”
In parole povere, è il programma che fa diventare la nostra unica preoccupazione quella di inquadrare la scena, decidere come comporla e premere il tasto di scatto. (ok, non è roba da poco, ma se vi limitate a questo, compratevi davvero una compatta e fate prima! Tra l’altro quelle di nuova generazione sfornano file raw molto buoni!)Qui noi inquadriamo la scena e a un nostro comando (di solito premendo a metà il tasto di scatto) la macchina legge la quantità di luce che entra e la misura con l’esposimetro, la macchina calcola quale è l’accoppiata tempo/diaframma necessaria perché entri sufficiente luce per formare l’immagine e la imposta prima di scattare. Noi possiamo vedere i dati di scatto nel mirino o sullo schermo.

La macchina con il programma automatico decide tutto: tempi, diaframmi, sensibilità ISO e se usare o meno il flash, rendendoci si la vita più facile.

Ma cosa sono i tempi, i diaframmi e la sensibilità ISO? 

Come detto vengono impostati dalla macchina in seguito alla lettura esposimetrica.

L’esposimetro calcola e misura la luce della scena, e la macchina decide ad esempio di impostare un tempo di 1/100 e un diaframma a f:8, con una sensibilità di 100iso. 

…e voi ora direte: “estica@@i?!?!?”

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Lamelle che regolano la quantità di luce che passa in un obiettivo

Vi spiego brevemete, l’otturatore rimarrà aperto per un centesimo di secondo, l’obiettivo aprirà le sue lamelle interne a un certo diaframma (se prendete un obiettivo staccato dalla macchina e lo guardate in controluce potete vedere le lamelle, queste si aprono e si chiudono in modo da aumentare o diminuire la quantità di luce che attraversa le lenti e va a posarsi sul sensore, praticamente quello che vedete nella foto a lato!) e il sensore amplificherà il segnale molto poco (iso 100… vi ricordate le vecchie pellicole? Praticamente partivano da iso 50 per arrivare a iso 1600, che onestamente non ho mai visto. Più era alto il numero più la pellicola era sensibile, praticamente si potevano fare le foto con meno luce, perché la pellicola amplificava quella che entrava rispetto ad una pellicola con meno iso e con la stessa esposizione e tempi… adesso è un po’ complicato, riprenderemo i discorsi su iso tempi e diaframma, dopo; per ora fidatevi!)

Alla fine è tutta una questione di luce che entra: come faccio a farne entrare abbastanza? Icasi  sono  tre: o allargo il “foro” (il diaframma) da cui passa la luce o lascio il buco meno aperto ma lo apro per più tempo, o lascio tempo e diaframma uguali e aumento l’amplificazione della luce…. Un esempio che ho letto una volta diceva, per intenderci meglio, che era come riempire un bicchiere d’acqua: se apro il rubinetto lasciando scendere un filo d’acqua impiegherò un minuto, se apro il rubinetto a tuono in pochissimi secondi avrà il bicchiere pieno.  E se aumento l’amplificazione? questo porta a un degrado dell’immagine, perché amplificando il segnale amplifichiamo anche il rumore. Ma questo concetto verrà spiegato più avanti.

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Ghiera di una canon 60D. Su altre macchine i simboli sono diversi, ma il concetto è lo stesso

Bene o male tutte le macchine hanno delle diciture simili nella rotella dei programmi. C’è quella completamente automatica, altre varie (a  seconda  della  marca  e  del  modello della vostra reflex) e altre descritte con delle lettere: P, TV, AV, e M. 

Cioè?
Ora ve le spiego brevemente :
AV : è la modalità detta a Priorità di Diaframmi: voi impostate un e la macchina seleziona il tempo necessario alla corretta esposizione. Molto utile se quello che vi interessa è la gestione di cosa volete a fuoco e cosa no (avete presente i ritratti con lo sfondo sfuocato? E i panorami con tutto a fuoco? Li gestite così!. Si nikon il AV è segnato con A.

 TV: modalità detta a priorità di Tempi: voi impostate un tempo e la macchina seleziona il diaframma necessario alla corretta esposizione. Molto utile se volete gestire il movimento, se lo volete congelare o dare l’idea del mosso o di un’immagine dinamica. Su nikon TV è segnato come S,

P :  è una modalità automatica, la macchina vi darà in automatico dei valori per la coppia tempo/diaframma che potete modificare, ma la macchina non deciderà da sé il valore ISO o l’uso del flash o altri parametri. Attraverso le rotelle potete forzare la macchina a lavorare con un certo tempo o un certo diaframma e la macchina, di conseguenza, modificherà l’altro valore. In sostanza, la differenza principale tra gli altri modi e questo, per fare un esempio è che se hai impostato av ( priorità di diaframmi ) in qualsiasi circostanza ti trovi, quando premerai il tasto dell’ otturatore, la fotocamera imposterà un tempo adeguato rispetto al diaframma che hai impostato, e se non cambi il valore del diaframma, avrai sempre tutti gli scatti con lo stesso diaframma e i tempi adatti impostati, però se hai impostato un diaframma 10 per l’ esterno e poi vai in una zona d’ ombra o al buio rischi una foto sottoesposta ( comunque nel mirino vedresti il valore dei tempi lampeggiare…) invece con la “P” sceglie sempre sia i tempi che i diaframmi la fotocamera, e se ti vanno bene scatti altrimenti con la rotella scegli la composizione tempi/diaframma che ti piace di più, e quindi se cambi da una zona luminosa a una più scura, al momento di scattare avrai sempre un esposizione corretta, ma scelta dalla fotocamera,

M : è la modalità completamente Manuale: voi impostate sia i tempi e di diaframmi e la macchina scatta in quel modo. Nell’oculare potrete comunque tenere sotto controllo l’esposimetro, in modo da vedere se state sottoesponendo o sovraesponendo, ma la macchina non varierà nessuno dei due parametri, quindi scattate a vostro rischio e pericolo!!

 Alcune macchine hanno altre modalità chiamate “scene”, che sono  preimpostate, come “ritratto”, “paesaggio”, “sport” ecc., che non fanno altro che far lavorare la macchina in modo automatico secondo dei programmi preimpostati in fabbrica.

Questi  programmi in genere scompaiono nelle macchine più avanzate, perché si da per scontato che l’utilizzatore sappia su quali parametri agire, visto che comunque, tutti queste “scene” si possono comporre con i tre programmi principali.

Nella prossima lezione vedremo come modificare i tempi e i diaframmi e cosa succede quando facciamo queste operazione!

See you

Dark!

2 pensieri su “Corso di fotografia – Programmi”

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