Il resto…

Quante volte al giorno acquistate qualcosa?
Non si contano nemmeno,vero?

Scommetto che tutti avete avuto le mie stesse esperienze, anche perché succede sempre!

Entrate in un negozio qualunque, fate i vostri acquisti, e dopo ore interminabili a fare la fila alla cassa, finalmente siete, assieme ad un esaurimento nervoso, quasi fuori dal negozio, di fronte a voi avete solo la cassa e la cassiera più simpatica d’europa. Tra l’altro, ho scoperto di avere un superpotere alla heroes; riesco a scegliere immancabilmente la fila più lenta, la cassiera più tarda e la cassa più scassata di tutto il negozio!
Comunque non divaghiamo, il punto è la discussione con la cassiera (in grassetto e corsivo i pensieri):

C(assiera): è tutto?
D(ark): (no, ho anche una cassetta di birra nascosta in tasca, un televisore 50 pollici dietro la schiena e mentre non guardavi mi sono fottuto 25 carrelli, che possono sempre essere utili!! Ma vedi qualcos’altro, piccola testolina di minchia!) si, è tutto…
C: sono 22 euro e 73 centesimi!
D: (stica…) prego (mentre porgo una banconota da 50 euro, l’utima rimasta, naturalmente, per avere quella ho dovuto vendermi un rene…)
-ora, a questo punto la casseria/mephisto prende la banconota, prima con aria schifata, poi mi guarda come se quel 50 euro fosse rubato dalla cassetta delle offerte dell’orfanotrofio delle sante orsoline dell’immesa misericordia, inizia a contare il resto, poi mi guarda con gli occhi languidi alla serial killer e poi fa la fatidica domanda:
C: ma non li ha giusti? (oppure”non ha moneta?”)
D: no, (piccola testolina di kaiser, non li ho i soldi contati, altrimenti te li avrei dati, no???), mi spiace…

Ok, qui finisce la storia e rimane il dubbio: ma ci sono o ci fanno??
Ma perché chiedono sempre moneta, pensano che se li avessi non li tirerei fuori?
Sono convinti che io collezioni monetine? Oppure ho la faccia di uno che va in giro con migliaia di euro in moneta in tasca? Magari mi hanno visto un porcellino salvadanaio attaccato al guinzaglio?

A volte il mondo è proprio strano, ma le persone lo sono di più.

Dark!

Un pensiero su “Il resto…”

  1. La cosa più triste e dolorosa è il fatto che quando veramente gli porti gli spicci, hanno paura e dicono di no. Mi è capitato qualche volta ai bar, dove speravo di poter riciclare monete da 5 cent per pagarmi il caffè. Conclusi semplicemente che gli spiccetti di rame fossero una beffa, che tutti odiavano. Non avrei mai pensato che quel rifiuto potesse essere padre di una sadica ilarità!

    Si perchè io, che ho pazienza ben più corta della tua e che ho una faccia da schiaffi che mi farebbe entrare di diritto nel cast di Amici Miei (se esistesse ancora la meritocrazia), passo presto dal pensiero all’azione.
    Dopo diverse occasioni in cui so per certo di aver rischiato il braccio della morte per carenza di spiccioli, dopo aver assistito alla chiamata al direttore del punto vendita perchè pagavo con una banconota da 100, dopo tanti episodi seccanti, mi sono messo di impegno fino a racimolare 100 euro in moneta. Stiamo parlando di monete di taglio pari o inferiore ad 1 euro, fra cui mi sono curato, tanto per gradire, di inserire anche svariate monetine da 1 centesimo. 100 euro precisi, contati.
    Li ho portati con me, ho fatto acquisti per 87 e rotti euro e ho atteso, nei pressi della cassa, che si esaurisse la fila (perchè ho comunque considerazione per il prossimo).
    Al momento del pagamento ho atteso, non senza gaudio, la fatidica “c’hai gli ha spicci?”. Oltretutto non vedo perchè un giovine della mia eleganza e ricercatezza non meriti il Lei, laddove lo conquistano senza alcuno sforzo individui di infima levatura. Ad ogni buon conto, con un sorriso tale da illuminare fino in Nuova Zelanda, estraggo dal generoso cappotto la mia bustina di spicci rispondendo “Naturalmente, verrei mai senza?”.
    La cassiera, terrorizzata, cerca scusanti alle mie spalle, come a voler dire “eeeh, ma la fila deve andare avanti”. Ma le parole le si strozzano in gola e lì soffocano in un rantolo che pareva un rutto demolitore. Rammentate? Avevo atteso che si esaurisse la coda. Mentre la povera donna prendeva familiarità con il concetto di disperazione ed impotenza, io con fare lento rigettavo colate di monete sul banco, come lava incandescente, procedendo con l’incedere scandito dell’inevitabilità.
    A cose fatte, prendo lo scontrino, e lo metto nel portafoglio. In modo del tutto involontario estraggo il portafoglio a testa in giù (che strano vero?) e ne scivola una banconota da 100.
    Ero preparato ad un “ma come???” della cassiera, serbavo già pronta la risposta, da porgere con sincera aria innocente, “ma scusi non mi aveva chiesto gli spicci?”. Non vi è stato modo di infierire tanto. La donna, visibilmente invecchiata nell’arco di pochi minuti, non aveva più la forza di protestare. Nei suoi occhi, del verde della banconota, si rifletteva solo il barlume della disperazione…

    La vendetta era compiuta!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *