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La piccola bastarda…

Sapete tutti chi è James Dean, vero?
Beh, facciamoci dare una mano da wikipedia, giusto per quelli che hanno la mente annebbiata e non sono cinefili:
James Byron Dean (Marion, 8 febbraio 1931 – Cholame, 30 settembre 1955) è stato un attore statunitense. Nato a Marion, nello stato dell’Indiana, nella fattoria della sua famiglia da Winton e Mildred Wilson Dean, si trasferì a Santa Monica in California, sei anni dopo che Winton ebbe lasciato la fattoria per diventare un odontotecnico.
Dean fu iscritto alla scuola pubblica Brentwood finché sua madre morì di cancro nel 1940. All’età di nove anni, Dean fu mandato da suo padre a vivere con i parenti in una fattoria vicino a Fairmount (Indiana), dove la sua educazione ricevette una impronta quacchera.

Alla scuola superiore Dean si unì alla squadra di basket e partecipò ad attività collegate con il teatro. Dopo essersi diplomato nel 1949, tornò in California per vivere con suo padre e la sua matrigna. Si iscrisse al college di Santa Monica, si unì alla confraternita dei Sigma Nu e si specializzò per prepararsi agli studi in giurisprudenza. Si trasferì alla University of California a Los Angeles e cambiò la sua specializzazione in quella per le discipline teatrali, cosa che lo condusse a scontri con i suoi genitori che lo portarono a lasciare la casa di suo padre.
Conosciuto come “Jimmy”, Dean cominciò la sua carriera con uno spot televisivo per la Pepsi Cola seguito da una parte come rimpiazzo nel ruolo di stunt tester nel gioco televisivo “Beat the Clock”. Continua la lettura di La piccola bastarda…

I 12 fantasmi di Pluckley…

Oggi voglio parlarvi della città più infestata dell’Inghilterra, Pluckley!

In realtà è un villaggio, situato nella contea del Kent, ed è   letteralmente «infestato» dai fantasmi. Fino a ora ne hanno contati 12, ma c’è chi giura che siano almeno 16.

Lo spettro del bandito Robert Du Bois infilzato da un albero a Fright Corner (Anche se l’albero è ormai andato);
Un allenatore fantasma e cavalli, presumibilmente manifestare nelle vicinanze del Maltman’s Hill
Il fantasma di una donna zingara che hanno bruciato nel sonno;
Il fantasma di un mugnaio di colore infesta le rovine di un mulino a vento vicino ” La Pinnocks”
Il corpo di un maestro di scuola in inpiccatosi e ritrovato dai suoi studenti;
Un colonnello che si è impiccato nel parco
Il fantasma urla di un uomo soffocato da un muro di argilla alla fornace;
La Signora delle “Rose Court”, che si dice di aver mangiato le bacche avvelenate impazzita a causa di un triangolo amoroso;
Il fantasma di Monk “Greystones”, morto in una casa costruita nel 1863 (che potrebbe essere stato uno degli amanti della Signora di Rose Court)
La dama bianca di Dering, una giovane donna apparentemente sepolta all’interno di sette bare e un sarcofago di quercia che infesta il cimitero della chiesa di S. Nicholas (della quale ho trovato una foto che potete vedere a questo link: http://www.flickr.com/photos/darksidezt/4793771319/sizes/l/…e non riesco a capire perchè non me la fa caricare sul blog… sarà stregata anche la foto? boh…)

La Dama Rossa, ritenuta un membro precedente della stessa antica famiglia Dering la chiesa di San Nicholas
Un terzo fantasma terzo è apparentemente visto nello stesso posto anche se non si hanno indicazioni su chi potrebbe essere.
Il Bosco Screaming, un’area di foresta al di fuori della città apparentemente infestato dai fantasmi di molti che si perdevano nel bosco.
Il suo nome deriva dal fatto che presumibilmente si possano ancora sentire le urla dei “suoi” morti dall’interno della foresta di notte.

Però, al contrario di quanto si possa pensare, è un classico villaggio inglese: belle case, un grazioso ufficio postale, il pub, la macelleria – rinomata in tutta la contea per i suoi spezzatini di cervo – e un cimitero bomboniera. E intorno, paesaggi idilliaci e mosaici di campi, brughiere e frutteti che «The Darling Buds of May», una fortunata serie televisiva degli anni novanta in cui recitava anche una Catherina Zeta Jones alle prime armi, fece conoscere a tutti gli inglesi.

Azzurrina (Guendalina di Malatesta)

Oggi entriamo nuovamente ne “L’Angolo dei Misteri” con la leggenda di Azzurrina.

Guendalina Malatesta (? 1370 – 21 giugno 1375), meglio conosciuta col soprannome di Azzurrina, fu la figlia di un certo Ugolinuccio, signore di Montebello (RN).

Scomparsa prematuramente, alimenta una leggenda popolare molto conosciuta in Romagna.
La leggenda di Azzurrina sarebbe stata tramandata oralmente per tre secoli, presumibilmente venendo di volta in volta distorta, ampliata, abbellita. Solo nel ‘600 un parroco della zona la mise per iscritto assieme ad altre leggende e storie popolari della bassa Val Marecchia.

Guendalina era albina. La superstizione popolare del tempo collegava l’albinismo con eventi di natura magica se non diabolica. Per questo il padre aveva deciso di farla sempre scortare da un paio di guardie e non la faceva mai uscire di casa per proteggerla dalle dicerie e dal pregiudizio popolare.

La madre le tingeva ripetutamente i capelli con pigmenti di natura vegetale estremamente volatili. Questi, complice la scarsa capacità dei capelli albini di trattenere il pigmento, avevano dato alla bimba riflessi azzurri che ne originarono il soprannome di Azzurrina.

La leggenda narra che il 21 giugno del 1375, nel giorno del solstizio d’estate, Azzurrina giocava nel castello di Montebello con una palla di stracci mentre fuori infuriava un temporale. Era vigilata da due armigeri di nome Domenico e Ruggero. Secondo il resoconto delle guardie la bambina inseguì la palla caduta all’interno della ghiacciaia sotterranea. Avendo sentito un urlo le guardie accorsero nel locale entrando dall’unico ingresso ma non trovarono traccia della bambina. Il suo corpo non venne più ritrovato.

La leggenda vuole che il fantasma della bambina sia rimasto intrappolato nel castello e che torni a farsi sentire nel solstizio d’estate di ogni anno lustro (cioè che finisce per 0 e 5).

Ora, a voi, uno speciale tratto da “top secret” una (delle poche carine) trasmissine di rete 4 sui misteri…

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=nrgR6MQu6Fc[/youtube]

…ed un’altro video preso dalla trasmissinoe “Presenze” in onda su SkiVivo (ora Skyuno)

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=ysWaJWuqu1g&feature=related[/youtube]

Nel 1989 il castello è stato restaurato dai proprietari, la famiglia dei conti Guidi di Bagno, e aperto al pubblico a pagamento. A partire da quella data vengono fatte ricerche da parapsicologi col fine di catturare, tramite registratori audio ad attivazione sonora, rumori all’interno del castello prodotti dal presunto fantasma. Gli autori delle registrazioni sono erroneamente identificati come esperti dell’Università di Bologna, ma in realtà appartengono al Laboratorio interdisciplinare di Ricerca Biopsicocibernetica (IRB) di Bologna, istituto privato non legato alle attività accademiche, fondato da Michele Dinicastro e Daniele Gullà che hanno anche materialmente realizzato le registrazioni. Il malinteso deve essersi creato a causa della partecipazione, durante uno dei sopralluoghi, di altri due accademici dell’università di Bologna che hanno accompagnato i due parapsicologi nel loro studio.

Al termine della visita guidata al castello vengono fatte ascoltare al pubblico alcune registrazioni, indubbiamente il principale motivo delle visite turistiche al castello, di per sè di scarso valore storico e artistico. Il luogo dell’audizione è lo stretto, basso e poco illuminato corridoio nel quale si apre nel pavimento la botola per la ghiacciaia, dominato sullo sfondo da un quadro raffigurante il volto azzurro di una bambina. La scena è illuminata da un riflettore dello stesso colore, in un’atmosfera sicuramente suggestiva.

Nel seguente video ci sono le registrazioni dal 1990 al 2005

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=VXpHbcyW6DM&feature=related[/youtube]

  • 1990 – Temporale. Pianto infantile a singhiozzo. 12 Ritocchi di campana. 16 Battiti cardiaci.
  • 1995 – Temporale. Pianto infantile a singhiozzo.
  • 2000 – Inizia e finisce col passaggio di un aereo. Pianto infantile a singhiozzo. Voce infantile che sembra dica la parola Mamma.
  • 2003 – Un breve urlo.
  • 2005 – Rumori indistinti al termine dei quali si può intuire il nome ‘Aloisio’ (ovvero Luigi, dal latino Aloysius). Sovrapposizione di voci sembra durante il corso di una messa.
Ritratto di Azzurrina
Ritratto di Azzurrina

Vera o falsa che sia, questa storia ha alimentato una leggenda che va avanti ormai da 700 anni…

Secondo voi, cos’è successo ad Azzurrina? è veramente scomparsa nel nulla oppure il padre l’ha fatta uccidere perchè poteva ostacolare, con il suo aspetto, la carriera del padre? oppure sono stati i due soldati che la tenevano d’occhio a ucciderla e a far sparire il corpo… o magari a venderla come strega al tribunale dell’inquisizione (in fin dei conti se conoscevi qualcuno che poteva essere una “strega” e non lo denunciavi, potevi essere d’accordo con lei, e quindi al rogo!).

A voi i commenti….

Alla prossima su “L’Angolo dei Misteri”

Dark!

Paul Mc Cartney è morto?

Inizia qui il nuovo angolo che ho intitolato “L’Angolo dei Misteri”
Da oggi, ogni tanto comparirà un’articolo dedicato ai misteri e le “leggende metropolitane” più o meno famose…

Se c’è qualche mistero che vi interessa, fatemelo sapere e cercherò di fare delle ricerche….

Oggi cominciamo con una delle leggende metropolitane più famose al mondo, sempre che di leggenda si tratti, hihihihi….

LA MORTE DI PAUL Mc CARTNEY!!

Per fare questo, per prima cosa mi farò aiutare da un video tratto dall’unica trasmissione in onda sulla RAI che valga la pena guardare, Voyager!

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=FO8eEwnFkE0[/youtube]

Grazie a Giacobbo, e ora passiamo ai fatti, esiste una leggenda, piuttosto macabra a dire il vero, che circola dagli anni ’60, per l’esattezza dal 9 novembre del 1969, data in cui, durante una trasmissione radiofonica della stazione WKNR di Detroit, il disc-jockey Russ Gibb ricevette la telefonata di un misterioso ascoltatore, tale “Alfred”, che sosteneva di conoscere un agghiacciante segreto della vita dei Beatles.Alfred, in diretta radiofonica, rivelò che Paul Mc Cartney era morto due anni prima in un incidente stradale.

b61dcddd561333650331160331147a4e.jpg In quel periodo, i Beatles erano impegnati nella realizzazione dell’album che avrebbe dato una svolta alla storia del rock: Sgt. Pepper’s lonely hearts club band. Nel corso della telefonata, Alfred citò una serie di articoli tratti da alcuni giornali inglesi, a proposito di un incidente avvenuto alle cinque del mattino del 9 Novembre 1966. Il guidatore dell’auto distrutta, completamente sfigurato, non era stato identificato. Ma secondo Alfred aveva un nome: Paul McCartney. Dopo quattro mesi dall’incidente, nel febbraio 1967, il fan club ufficiale dei Beatles lanciò, senza una apparente ragione, un curioso concorso: «Cerchiamo il sosia di Paul McCartney». Centinaia di persone, da ogni parte del mondo, spedirono la loro foto e si presentarono alle selezioni indette dal fan club. Ma, stranamente, il vincitore del concorso no fu mai nominato…
La leggenda, per riassumerla con le parole di Wikipedia, è la seguente: “Una sera Paul McCartney uscì dalla sala prove dopo un violento litigio con gli altri tre Beatles. Salì sulla sua auto per tornare a casa e lungo la strada raccolse una ragazza che faceva l’autostop. La ragazza si chiamava Rita e gli raccontò che stava scappando da casa perché era incinta e, contro il parere del suo ragazzo, aveva deciso di abortire. Solo in un secondo momento Rita realizzò che la persona al volante era Paul dei Beatles; la sua reazione esagitata spaventò e distrasse McCartney, che non vide il semaforo diventare rosso. Pur riuscendo a evitare l’urto con un altro veicolo, l’auto del beatle uscì di strada e si schiantò contro un albero, prendendo fuoco. Paul, sbalzato fuori dall’abitacolo, sbatté la testa contro l’albero, perse i denti e si bruciò i capelli. Sia Paul che Rita persero la vita”.Da allora, che l’incidente sia avvenuto o meno, i Beatles rilasciarono numerosi album contenenti parecchi indizi. Vediamoli uno a uno.
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Butcher cover (“copertina del macellaio”) è il nome che fu dato alla prima versione della copertina dell’album Yesterday and Today, uscito nel mercato USA proprio nel 1966.

In questa copertina, qui a lato, si vedono i Beatles con coltelli da macellaio, parecchie bambole fatte a pezzi e abbondanti macchie di sangue. Cosa ancor più interessante, è che George Harrison tiene la testa della bambola vicina alla testa di Paul…

Questa copertina, troppo esplicita e cruenta, fu ritirata dal mercato e sostituita da quella ufficiale, nella quale vi sono comunque riferimenti espliciti (il baule che, in realtà, è molto più simile a una bara) alla morte di Paul.

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Sulla copertina di Revolver, Paul è l’unico girato di profilo e, in alto a sinistra, il suo viso pare pregno di sofferenza, anche se la maggior parte dei cosiddetti indizi di Revolver si troverebbero nei testi delle canzoni. .

Nel brano di apertura dell’album, Taxman, Harrison canta (in realtà in due diverse strofe della canzone): If you drive a car e if you get too cold; il primo verso significa certamente “se guidi un’auto”, il secondo “se hai troppo freddo”, potrebbe anche essere letto come “se diventi troppo freddo”. Mentre, in Tomorrow Never Knows (titolo tratto dal libro tibetano dei morti) Lennon canta play the game of existence to the end (“gioca il gioco della vita fino alla fine”).

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Un album pieno di indizi, la cui copertina sembra ritrarre una cerimonia funebre, con un folto pubblico in piedi davanti a una fossa, è Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club.

Come potete chiaramente vedere, i fiori, oltre a comporre la parola Beatles, ritraggono anche un basso per mancini (come quello usato da Paul). Sulla destra compare una bambola che ha in grembo un’auto che si dirige verso la parola “Stones” (pietre). Paul è anche l’unico a imbracciare uno strumento nero (un oboe). Inoltre, sopra la sua testa vi è il disegno di una mano che, secondo alcune popolazioni asiatiche, aperta sopra la testa, significherebbe morte.

Ma le stranezze non finiscono qui.

Se si prende uno specchio e lo si appoggia perpendicolarmente fra le parole “Lonely” e “Hearts”, succedono due cose curiose: si formano le due frasi “1 One 1” e “He die” (“1 1 1” sarebbero i tre superstiti e “he die”, ovvero “lui muore”).

1 One 1 seduti

Continuando, aprendo il disco, si vedono i Beatles seduti. L’unico accovacciato con le braccia che stringono le ginocchia è Paul. Cosa c’è di strano, direte voi? Nulla, se non che quella era proprio la posizione in cui i Celti seppellivano i loro morti. Ad avvalare questa tesi, ci sarebbe anche la O.P.D. sul braccio del Beatle, ovvero Officially Pronounced Dead, ufficialmente pronunciato morto.

3383a5241681c11e1c1604cd55ea96a9.jpgE, ancora, nella copertina di Magical Mystery Tour, la scritta “Beatles”, guardata allo specchio, ricorda un numero di telefono: 2317438. La cosa oltremodo bizzarra è che pare che negli anni ’60, a Londra, a quel numero rispondesse una voce registrata che diceva “Ci sei vicino”, come a dire, non sei lontano dalla verità.

Successivamente, in White Album, nel brano Glass Onion (termine con cui si indicano le bare di vetro), un malizioso Lennon canta: here’s another clue for you all: the walrus was Paul (“ecco un altro indizio per voi tutti: il tricheco era Paul”). Inoltre in “I Am the Walrus” si sente una voce che dice “oh is really dead” (poco dopo il 4° minuto). Osservando il retro di copertina, girato di lato, e lasciando che gli occhi vadano fuori fuoco, sembra apparire l’acronimo RIP.

1ece1f42ae1d1a32de279886b3483d8e.jpgNel poster all’interno del White album (a pag. 18 nel libretto del CD) compare il presunto sosia, tale Campbell, prima della chirurgia plastica che avrebbe evidenziato le somiglianze tra i due. In una foto di Paul che balla, due mani scheletriche sembrano volerlo afferrare dalla schiena. Nell’angolo in alto a sinistra del poster c’è una foto di Paul in una vasca da bagno (a pag. 3 del CD): la posizione della testa di Paul e la schiuma di sapone attorno suggeriscono la macabra scena del suo fatale incidente.

In Don’t Pass Me By Ringo canta: you were in a car crash and you lost your hair (“hai avuto un incidente d’auto e hai perso i capelli”).

Revolution 9 inizia con una voce che scandisce tre volte number nine che ascoltata al contrario suonerebbe turn me on, dead man (“accendimi, uomo morto”); il numero 9 si riferirebbe sia alla somma delle lettere che compongono il nome McCartney (nove, appunto), sia al giorno della presunta morte (il 9 novembre). Fra i rumori che compongono questo brano c’è anche una frenata d’automobile e uno schianto, e un coro che sembra ripetere “Paul is dead, Paul is dead” ed una voce che grida velocemente “I’m die!”. Dopodichè si sentono delle urla. Alla fine di I’m So Tired, un’altra voce ascoltata al contrario sembrerebbe dire “Paul is dead man: miss him, miss him, miss him!” (“Paul è l’uomo morto: mi manca, mi manca, mi manca!”).

Per quanto riguarda gli indizi sonori circa la presunta morte di Paul, trovo davvero strabiliante che molte delle loro canzoni, ascoltate al contrario, o semplicemente con attenzione, rivelano dettagli sconcertanti.

Abbey Road è forse l’album le cui interpretazioni a sostegno della morte di Paul sono più note.

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Il gruppo attraversa la strada in fila indiana, ognuno con un abito che sembra richiamare una figura iconologica diversa: John vestito di bianco (sacerdote o forse angelo), Ringo con un completo nero che potrebbe far pensare al portatore della bara, Paul scalzo (un altro richiamo al fatto che i morti non portassero le scarpe), fuori passo rispetto agli altri, con gli occhi chiusi, tiene la sigaretta con la destra (pur essendo mancino); e infine George, in jeans, potrebbe ricordare un becchino. Sulla targa del “maggiolino” (“beetle”) Volkswagen bianco parcheggiato a sinistra, simile a un carro funebre, si legge “28IF” (“28 SE”, interpretato come “Paul avrebbe 28 anni SE fosse ancora vivo”). Anche il resto della targa , “LMW”, è stato letto come “Linda McCartney Widowed” (vedova) o come “Linda McCartney Weeps” (piange).

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Sulla copertina di Let It Be, Paul è l’unico a guardare frontalmente e comunque in una direzione diversa dagli altri, nonché l’unico ad apparire su sfondo rosso.

Mentre sulla copertina di Oldies, si vede chiaramente una macchina dirigersi proprio verso la testa di Paul, a memento dell’incidente… Inoltre, OLDIES, è stato interpretato come PM Dies (ovvero Paul McCartney muore). Se quest’analogia vi sfugge, pensate che stranamente le lettere O e L precedono proprio la P e la M…

Come se non bastasse, come dimostra un interessante ricostruzione, la statura di Paul McCartney sarebbe notevolmente aumentata dopo il 1967. Se prima di tale data era alto all’incirca come John Lennon, come si evince da numerosi scatti dell’epoca, successivamente, Paul diventa più piazzato e molto più alto, cosa piuttosto strana, considerato il fatto che, quando si schiantò con l’auto (certo, sempre che questa teoria sia vera), aveva già 25 anni…

Sarà vero?? Chi lo sa, sta di fatto che il mistero rimane… forse dentro la scatola nera che c’è nella gobba di Andreotti, è nascosta una risposta a questo enigma…

Dark!